Color Surround is here, home entertainment made in South of Italy
Published 6th August 2016 by Fausto Galiano
Salvatore Lamanna, a multifaceted artist from Calabria, already well known for the long-standing legal dispute with the international giant Philips regarding Ambilight systems, reintroduces a new technology and specific prototypes about color, which initiate a new era for vision.
From the wide container of ideas “ Living Color 1994” (still afoot of additional news), Color Surround´s new prototypes are born, a revolutionary innovation, which comes alive by Salvatore Lamanna´s visionary talent, who conceived a highly captivating system where the movie, the concert, the videogame, the sporting event, etc. is really experienced, able to wrap and engage the spectator in the color and in the dynamism of the images, providing an immersed sensorial experience of a level and a quality never seen before.The new patent of Color Surround aims to launch a rousing technologic era in the visual field, for a complete involvement of the spectator in the cinematic vision through a wise use of the color. Every sophisticated chromatic combination of the image is an outdated idea.
Here we rely on a real emotional and visual interaction starting from the potentialities of human eye´s peripheral vision. The emotional involvement becomes essential, intensifying completely the human sensorial potentialities, just where the color has its strong psychological value. Color´s perspective vision becomes a possibility to amplify the emotions, creating an embracing fruition, without being absorbed. On this intuition we get a breakthrough towards a completely new concept. It’s a look, which can see “beyond”, thanks to the perspective system of the color, that metaphorically also refers to the idea of “perspective” that the future has, where the Man is the center of his World and the technology loses the illusion to create some parallel realities and interacts completely with the real one, being at the service of a “Modern Humanism”. This system is determined not to create robotic, artificial and without-tone forms but simply technology at man´s disposal. Color Surround, in fact, neither is the nth re-statement of a concept at this point obsolete like the 3D nor retraces the search of an environmental light (Ambilight), where in fact the visual experience remains flat.
The Project
By Salvatore Lamanna´s brilliant intuition and José German Trabucco´s high engineering proficiency, Color Surround is born, a system of spreading the color´s perspective which can be combined to every kind of display by cable or Wifi/Bluetooth, also correlated by personal settings with HI-Fi for the surround sound effect, and without any useful backlight´s presence.
The basic system is 2.1 but it can get an infinite number (almost) of peripheral devices, with just adding further elements. Every element of the system, moreover, can be managed indipendently through a specific plate created ad hoc in association with Electronics Devices Power, excellence from Calabria in this field, and can be programmed with a simple App to adjust the saturation, the intensity, the effects and other chromatic parameters.
From color´s visual system which distinguishes the cinematic narration, the solution can become a lamp of new generation appropriate also to be a furniture´s complement to create personalized atmospheres, and specific applications of chrome-therapy (everything with the screen off), through getting VR technologies humanized.
A new future is open in home entertainment fruition´s market and, in the next future, also in the artistic and cinematic scene, with the opportunity to develop new professional figures like the Color Track Director.
Color Surround becomes the crest of how the creative idea without a flight of imagination, in the hands of any industry directed only to the inclusiveness of a product to the market, runs aground, producing nothing came of it, without an impact on the great production and of course without incisiveness in the production of progress and innovation.
When it takes wing and it launches itself towards, the range is such to be used, implemented and incorporated in each aspect and dimension, in the real present of long-time use of products, as is in the most intrepid and overflowing perspective of future applications. It is able to pass present´s bounds and to break preordained schemes.
The change is ongoing and it arrives from the South of Italy. Color Surround promises to revolutionize the way to see and to enjoy the color with its new prototypes, ready to meet up as soon as possible with a manufacturing production able to launch them on a large scale.
trad. Federica Gregorace
Pubblicato il 06 agosto 2016 da Fausto Galiano
Salvatore Lamanna, il poliedrico artista/inventore calabrese, già ben noto per l’annosa disputa giuridica con il colosso internazionale Philips riguardante i sistemi Ambilight, rilancia con una nuova tecnologia e specifici prototipi sul colore, che inaugurano una nuova era della visione.
Dall’ampio contenitore d’idee ‘Living Color 1994’ (ancora foriero di ulteriori novità) nascono i nuovi prototipi del Color Surround, una rivoluzionaria innovazione, che prende vita dal visionario ingegno di Salvatore Lamanna, che ha concepito un sistema altamente coinvolgente dove il film, il concerto, il videogioco, l’evento sportivo etc. viene vissuto realmente, in grado di avvolgere e coinvolgere lo spettatore nel colore e nella dinamicità delle immagini, fornendo un’esperienza sensoriale immersiva di un livello ed una qualità mai visti prima.
I nuovi brevetti Color Surround hanno la presunzione di inaugurare un’esaltante epoca tecnologica nel campo della visione, per un pieno coinvolgimento dello spettatore nella visione filmica attraverso l’uso sapiente del colore. Ogni sofisticato accompagnamento cromatico dell’immagine è idea ormai superata.
Si punta qui ad una vera interazione emotiva e visiva a partire dalle potenzialità della visione periferica dell’occhio umano. Il coinvolgimento emotivo diventa centrale, esaltando al massimo le potenzialità sensoriali umane, proprio sul terreno dove il colore ha la sua forte valenza psicologica. La visione prospettica del colore diventa possibilità di amplificare le emozioni, creando una fruizione avvolgente, senza esserne fagocitati.
Su questa intuizione si realizza il salto di qualità verso una concezione completamente nuova. La visione di uno sguardo, che riesce a vedere ‘oltre’, grazie al sistema prospettico del colore, che metaforicamente rimanda anche all’idea di ‘prospettiva’ che il futuro contiene, dove l’Uomo è centro del suo mondo e la tecnologia perde l’illusione di creare delle realtà parallele e interagisce al massimo con quella reale, ponendosi al servizio di un ‘Moderno Umanesimo'. Questo sistema si prefigge di non creare forme robotiche artefatte e atonali ma più semplicemente tecnologia al servizio dell’uomo.
Il Color Surround, infatti, non è l’ennesima riproposizione di una tecnologia/concetto ormai desueto come il 3D né ricalca la ricerca di una luce ambientale (Ambilight), dove di fatto l’esperienza visiva resta appiattita.
Prototipo Color Surround
Il progetto
Dall’intuizione geniale di Salvatore Lamanna e dalle altissime competenze ingegneristiche di Josè German Trabucco, nasce il Color Surround, un sistema di diffusione prospettica del colore, abbinabile a qualsiasi display via cavo o Wi-Fi/Bluetooth, correlato di preferenza anche con l’Hi-Fi per l’effetto surround del suono, e senza alcuna presenza necessaria di retroilluminazione.
Il sistema parte di base da un 2.1 ma può arrivare ad un numero infinito (quasi) di periferiche, con la sola aggiunta di ulteriori componenti. Ogni componente del sistema, inoltre, è gestibile in modo autonomo attraverso un’apposita piastra creata ad hoc in collaborazione con l’Electronics Devices Power, eccellenza calabrese nel settore, e programmabile con una semplice App per regolarne la saturazione, l’intensità, gli effetti e altri parametri cromatici.
Da sistema visivo del colore che caratterizza la narrazione filmica, la soluzione può trasformarsi in una lampada di nuova generazione atta a divenire anche un complemento d’arredo per creare atmosfere personalizzate, ed applicazioni specifiche di cromoterapia (il tutto a display spento), fino a spingersi ad umanizzare le tecnologie VR.
Un nuovo orizzonte si apre nel mercato di fruizione dell’home entertainment e, nel prossimo futuro, anche sulla scena cinematografica e artistica, con la possibilità di sviluppare nuove figure professionali come il Direttore di Colonna Colore.
Color Surround diventa l’emblema di come l’idea creativa priva della spinta immaginifica, nelle mani di una qualsiasi industria finalizzata solo all’inclusività di un prodotto sul mercato, si arena, producendo un nulla di fatto, priva di impatto sulla grande produzione e senz’altro senza incisività nella produzione di progresso e innovatività.
Quando prende il volo e si proietta in avanti, la portata è tale da poter essere fruita, implementata e incorporata in ogni aspetto e dimensione, nell’immediato presente degli oggetti di larghissimo consumo, così come nelle più ardite e prorompenti prospettive di applicazioni future. Capace di superare i confini del presente e di rompere schemi preordinati.
Il cambiamento è in atto ed arriva dal Sud. Il Color Surround promette di rivoluzionare il modo di vedere e di godere del colore con i suoi nuovi prototipi, pronti ad incontrarsi nel più breve tempo possibile con una produzione industriale capace di lanciarli su vasta scala.
Ha collaborato Giuseppina Marruzzo
Ramu?nas Danisevic?ius
Anita Kulon
Amanda Charchian and Jose Romussi
Herb Ritts
Amanda Demme
ph.:Matteo Bosi colorized by Salvatore Lamanna
ph.:Matteo Bosi colorized by Salvatore Lamanna
Andrew Leipzig
21 novembre, 2 dicembre 2015 - Galleria Comunale d’Arte di Cesena. Matteo Bosi presenta i suoi ultimi lavori. L’occasione giusta per presentare al pubblico il nuovo “Color Expansion System”, device high-tech concepito e realizzato da Salvatore Lamanna, in collaborazione con l’ingegnere Germano Trabucco, che promette di “ridisegnare” l’esperienza percettiva dell’opera d’arte.
Yossi Lemel
Omar Galliani
Sara Saudek, Holy Virgin, 2003
Roberto Kusterle
Roberto Kusterle, L'angelo della notte, 2002
Carissimi amici e amiche, ecco chi siamo.. Ecco il perché ci chiamiamo "Colour As Experience".
Siamo lieti di presentarvi le linee generali del progetto:
Color Expansion System®
"Digital outdoor communication- advertising. Events, Art Exibithions, Music Performance, Social Mob, Public Information. Indoor artistic/ambient utility/louminous frame.Derivato dal progetto Living Color 1994 – Colour Track System ed una sua Consumer Market oriented application LiLiFr
L’ideatore e l’idea.
Salvatore Lamanna è spirito inquieto nel cui ribollente coacervo magmatico germinano idee affatto nuove che stimolano e conquistano lo sbigottito astante.
L’arte figurativa, sua primaria vocazione, prodotta dalle nude mani sulla pulsione ancestrale che ha spinto l’uomo primevo a graffiare graffiti sulla roccia dura, lo ha visto spaziare dalla ritrattistica all’astratto, dal grande affresco ispirato agli immortali pennelli d’altri tempi approntato su ampli muri in locali mondani e giovanili, alla sperimentazione su tela di impasti di colori densi di materialità di nuovissima concezione, a mille altre esperienze fra cui non è possibile ad esempio sottacere la caricatura politica, venata di arguta ironia e accorata partecipazione al vissuto sociale del suo tempo, prodotta in gigantesco formato o ridicolizzata a calendario che da sola basterebbe a riconoscerlo come fondatore di un filone originale in cui altri si sarebbero adagiati ripetendo se stessi fino alla morte per sopraggiunta noia.
La invenzione tecnica, l’avanzata tecnologia applicata e vissuta come arte, è però altra faccia della sua inquietudine.
Nel continuo permanere all’avanguardia della tecnica, accumula massiccia esperienza nella manipolazione professionale di video, anni fra chip, led, byte, immerso in sempre nuovi standard durati la luce di un mattino, sempre sull’ultima frontiera dell'immagine e dell’immaginario che diventa da subito quotidianità per le masse e riversato in abitudini immediatamente acquisite.
La lacerazione fra i due mondi lo stritola. Dal sanguinoso conflitto interiore, in cui resta duro e puro fedele solo a se stesso mentre rifiuta di adagiarsi in facili guadagni e compromessi, sorgono creature diversissime che una sola cosa appaiono possedere in comune: la luce.
Luce che vivifica, che rende possibile il colore, la visione del reale, prima ancora che di un’opera, che trasfigura l’ambiente e la percezione, la predisposizione al ricevere e la modalità di vivere l’esperienza che l’opera propone.
Reminescenze forse avvinghiate alla sua infanzia in cui dal profondo, infinito buio di sale cinematografiche vaste e semivuote, guizzanti scaturivano forme luminose sfavillanti di colori ed emozioni capaci di incendiare per un momento l’anima prima di ripiombare nell’oscuro.
Da qui una sua grande, geniale, intuizione, già in pionieristico ma alto grado di sviluppo nei primi anni 90: coordinare la luce, come materia cangiante e modellante, alle forme sempre mutevoli della rappresentazione scenografica, dapprima cinematografica poi della sua figlia minore che ha fagocitato la madre: la televisione.
Oggi il progetto assume nuova maturità per culminare in un vastissimo campo di applicazione per la sua capacità di conferire virtualmente ad ogni oggetto visivo una sua propria Aurea visibile che ne espande i contorni valorizzandolo, rendendolo emergente, distaccato ed integrato nel medesimo tempo in qualsivoglia contesto, restando flessibile a qualsivoglia utilizzo in abbinamento o contrasto con le caratteristiche che già all'oggetto sono proprie.
Il Progetto.
Color Expansion System nasce come derivata del "Living Color 1994 – Colour Track System" innovativo e futurista abbinamento al cinema tradizionale di sistemi di diffusione luminosa mirati al coinvolgimento dello spettatore nella carne viva della narrazione filmica.
Intuizione geniale capace di proporre in ambito cinematografico (e dunque televisivo) una completamente nuova esperienza sensoriale che, al pari di una Sound Track (colonna sonora), accompagna l’intero sviluppo dell’azione scenica, creando nel contempo nuove figure artistiche e professionali in ambito cinematografico e nuovi livelli di fruizione dell’opera d’arte per lo spettatore, mirandosi alla realizzazione di una Colour Track (traccia luminosa/colonna colore) con una sua propria e distinta dignità creativa ed autonomia espressiva.
La diffusione del colore si basa su un impianto luci dedicato da installarsi nelle sale cinematografiche che viene opportunamente pilotato dalla traccia Colour Track incorporata nel prodotto filmico, se presente, ovvero da una centralina di sensori che “legge” l’immagine riprodotta e la restituisce in proiezione luminosa.
In ambito più ristretto, ad es. domestico, consta tipicamente di un impianto di diffusione luminosa da impiantarsi posteriormente all'apparecchio televisivo per una diffusione sulla parete retrostante o su apposito pannello riflettente, eventualmente corredato da satelliti di diffusione luminosa nell’ambiente.
L’idea originale è stata in parte trafugata, sottratta all’ideatore, da un altisonante, notissimo marchio planetario, verso il quale ne è scaturito uno scontro legale.
Priva della pura spinta immaginifica, nelle mani dell’industria l’idea si arena, producendo un nulla di fatto, priva di impatto sulla grande produzione quando invece la portata è tale da potersi fruire implementata ed incorporata già nell'immediato in oggetti di larghissimo consumo.
Ad oggi l’idea di base prosegue e se ne amplia lo sviluppo, poiché resta così innovativa e prorompente, ed il suo campo di applicazione così largo da non riconoscere confini e rompere schemi preordinati.
Un nuovo orizzonte si apre ora nel mercato pubblicitario/advertising con la creazione di un prodotto orientato a questo fine e realizzato tramite la collaborazione dell'ingegnere Germano Trabucco con il quale è stato ad oggi possibile sviluppare innovativi prototipi che a breve rivoluzioneranno il modo di vedere e di godere del colore. Siete pronti? Si parte da qui.
Color Expansion System rappresenta un sistema originale, con caratteristiche innovative e dal grande “Impatto Visivo” comunicativo ed interattivo, in grado di promuovere la visibilità di un’immagine.
L’obbiettivo è l’esaltazione dell’Oggetto che le immagini visive (fisse o in movimento) “mostrano” ed “esibiscono” in virtù dell’Aura Cromatica che le circonda, creata dall’effetto visivo prodotto su di esse da Color Expansion System attraverso una massa di colori che, nel debordare oltre il campo visivo dell’immagine, per lo più limitato da una cornice, riesce ad esaltarne la sua stessa “Centralità/Focus”.
L’applicazione di Color Expansion System permette di produrre una nuova forma di Visibilità dell’“Oggetto dell’Immagine” ampliando non solo i suoi limiti materiali – corrispondenti al suo “Frame Visivo Originario” e ai suoi “contorni” – ma anche di modificare armonicamente l’effetto visivo dell’ambiente circostante.
L’effetto 'virtuale' di questa connessione è la percezione visiva sia della Immagine/Focus sia dell’Ambiente in cui è collocata con il diretto coinvolgimento dello stesso spettatore che partecipa alla 'scena’, sia esso il potenziale cliente di un’Azienda, il visitatore di una mostra d’arte, il pendolare di una stazione o il fruitore di un ambiente.
Il sistema rappresenta anche un nuovo approccio di Marketing basato sull'effetto e sulla Psicologia del Colore e su ciò che esso determina a livello percettivo ed esperienziale. Nella società odierna, immersa in una molteplicità di forme ed immagini pubblicitarie che si confondono fra loro a causa dell’omogeneità dei sistemi di marketing usati, diventa basilare trovare un sistema di comunicazione che attragga l’attenzione e dia maggior risalto al prodotto e che sia soprattutto in grado di distinguere dalla Concorrenza il Brand Aziendale pubblicizzato.
Le dimensioni del manifesto o dell’annuncio, la ripetizione del messaggio, la posizione, la zona di distribuzione ormai non hanno il riscontro voluto nella giungla selvaggia e ripetitiva creata dal sistema pubblicitario presente ovunque, privando l’immagine di avere uno 'spazio personalizzato' in grado di farla diventare protagonista di se stessa. In questo grande affollamento di messaggi pubblicitari, in televisione, come nei giornali o per strada, la pubblicità è talmente presente che quasi non ce ne accorgiamo più ed ha finito per diventare anonima. L’economia del Mercato Globale e la conseguente concorrenza richiedono oggi investimenti in “campagne marketing integrate” lunghe e complesse e il lavoro dei creativi pubblicitari è diretto all'elaborazione di contenuti visivi e grafici in grado di stimolare in modo originale l’attenzione della mente in funzione del tipo di reazione richiesta: persuadere il potenziale cliente all'acquisto del prodotto.
Color Expansion System ha la capacità di semplificare notevolmente questo processo di marketing ed essere applicato a costi sostanzialmente contenuti.
Facendo leva sulla “sensibilità percettiva” del potenziale cliente mediante l’espansione dei colori dell’immagine presa in esame, il suo “messaggio” acquista una visibilità espansa che può raggiungere e coinvolgere lo stesso spettatore presente nel luogo in cui la stessa è collocata: “...La gente vede cose al limitare del campo visivo e aggiunge i dettagli mancanti utilizzando l’immaginazione.” E se aiutassimo questo senso lavorando sulla visione periferica attraverso il colore?
Con Color Expansion System il prodotto pubblicizzato, tramite la percezione visiva laterale, sembrerà prendere vita grazie ai fasci di luce colorata, che ampliano il campo visivo. La suggestione provocata da una massa di colore liquido che si muove ondeggiando sul limite del campo/frame visivo dell’immagine è creata dalla ’Aura’ avvolgente che fluttua visivamente verso il suo spettatore. L’effetto visivo ha una valenza estetica altissima ed è proprio in questo il surplus: il risultato prevalente creato in modo originale e innovativo dall'applicazione di Color Expansion System.
Un’immagine usata semplicemente come Oggetto in pubblicità è utilizzata solo in funzione di una pratica commerciale, ma la stessa immagine sottoposta all'intervento di Color Expansion System viene percepita come “immagine estetica” che, in quanto tale, è dotata di una particolare vita propria simile all’effetto prodotto da una opera d’Arte, in grado di creare la Sinestesia con il 'contemplante': è questo il 'valore aggiunto' all’immagine pubblicizzata prodotto con l’applicazione di Color Expansion System che, peraltro, riesce a coinvolgere contestualmente, abbellendo con i suoi giochi di luce e di colori irradiati, anche gli ambienti in cui è collocato il supporto pubblicitario prescelto.
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LiLiFr
Living Light Frame
New concept artistic/ambient-utility/frame.
A comsumer market application of --- Color Expansion System ---
E’ forse una nuova possibilità di fruire l’opera d’arte letteralmente sotto una nuova luce ?
Si. E’ anche questo.
E’ un complemento d’arredo originale ed intrigante ?
Si. E’ anche questo.
E’ una fonte luminosa variabile e programmabile per ambienti, alternativa o cooperativa alle solite lampade e lampadari?
Certo. Anche.
E’ un supporto creativo che consente l’esposizione artistica amplificandone l’esperienza?
Si. Evidente...
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Questa nuova cretaura, LiLiFr, è solo un rivolo di quel nuovo vasto fiume rappresentato dal Color Expansion System.
Matteo Bosi, Salvatore Lamanna e il Color Expansion System
(trad. in English/ Español)
“Ogni persona ha un proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo. Una specie di alone. Come nelle figure viste in controluce.” (Haruki Murakami)
Infinite sono le dimensioni dell’Essere, come pare infiniti siano gli Universi che, secondo la Teoria del Multiverso, ci scorrono al fianco.
L’opera di Matteo Bosi, da sempre, è in cerca di quelle costruzioni, di quei ponti e di quei legami fra le stesse, più o meno misterici, o immaginifici, in cui ci troviamo a immergerci o da cui emergiamo. Inoltre, la stessa contestualizzazione dei personaggi da lui rappresentati, diviene un caleidoscopio di tutto ciò che è stato, che è e che sarà nostro bagaglio intellettuale ed esperienziale, trovando, nell’abbattimento delle porte temporali, un unicum spaziale di forte impatto emotivo, sensuale, passionale, seducente ( … in cui la stasi diventa componente prima al fine di descrivere uno stato dell’Essere Armonico).
Interessante è quindi il ritrovare una immagine di Matteo Bosi, elaborata da Salvatore Lamanna e “incorniciata” nel Color Expansion System, una sorta di dilatazione tecnologica dei caratteri cromatici usati nell’opera. Tale espediente, che pare uscito dalla famosa pellicola “Blade Runner” di Ridley Scott, che molto ha segnato la mia generazione, fa vivere ulteriormente le creazioni dell’artista trasportandole, appunto, in ulteriori se non in altre dimensioni della loro rappresentatività.
Certe dissolvenze o certe osmosi con la Natura che affiorano, qua e là, nelle elaborazioni sceniche (oserei teatrali) di Bosi, dove la conoscenza si fonde con l’estasi, la costruzione con la nebulosità, il vero col verosimile, la materia con l’ostentato onirismo, si ampliano ulteriormente tramite questo espediente tecnologico, donando sempre altre vite all’opera.
Come diceva Yves Klein: “Per me i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri abitanti dello spazio.”
Come ben sappiamo, da alcuni anni a questa parte, in Occidente, si sente parlare di nuovi “miti” che, differenziandosi sempre più dalle “leggende” figlie della tradizione, sono portatori di tematiche e ambientazioni proprie della società dell’oggi, rappresentando soggetti tipici dell’esperienza dell’uomo contemporaneo (di solito frutti del “caos” in cui l’individuo del neonato XXI secolo si sta
dibattendo). Direi che è quindi importante fare luce sui bisogni collettivi che muovono questa recente forma di mitopoiesi (definiamola così), con il preciso intento di valutare la vera portata di tale elemento di novità rispetto a ciò che è stato; un elemento che nell’oggi risulta quale espediente (spesso postmoderno) al fine
di esorcizzare la graduale perdita di identità a cui siamo sottoposti a seguito della globalizzazione in atto e delle derivate omologazione e centrifugazione esistenziale a cui siamo sottoposti. L’opera di Matteo Bosi rielaborata da Salvatore Lamanna e supportata dal Color Expansion System, rientra in questa ricerca, dove le narrazioni che si presentano come “voci che corrono”, i cui epicentri raramente risultano identificabili, non sono da confondersi con le favole; non sono neanche semplici errori condivisi, ma portano con sé una propria
verità, mettendo in luce aspetti di una conoscenza difficilmente rilevabile attraverso altre fonti o indagini tecno-scientifiche. Infatti, essendo credute, o ritenute credibili, le leggende (le saghe) influenzano la percezione degli individui e contribuiscono alla
completa costruzione della realtà tramite nuovi simboli o la reinterpretazione di quelli già noti alla nostra tradizione.
I pittori Philipp Otto Runge (romantico tedesco) e lo svizzero Johannes Itten, che operò al Bauhaus, a loro modo erano già consci di questo, attribuendo, oltre alla figura, anche al colore una dimensione altamente sapienziale e, quale scoperta “tecnicistica”, indubbiamente “mitica” per quei tempi. Infatti, consci che un mondo stava cambiando, si affidarono a ciò che prima Goethe poi Wassily Kandinsky avevano teorizzato: “Il colore è un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’Anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’Anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che con questo o quel tasto porta l’Anima a vibrare.”
Innegabile è quindi, come ormai anche la Scienza sostiene, che il colore interagisca con le emozioni umane; infatti ad ogni colore è legato uno stato d’animo e i colori si attivano a vicenda in molte sfaccettature che da soli non avrebbero.
Ed ecco che la “psicologia del colore” acquista un valore impareggiabile, raggiungendo un alto grado di coinvolgimento da parte del fruitore/spettatore, dando vita ad ambienti immersivi e multisensoriali così che l’artista sempre più tende ad evitare di pensare ai colori in maniera soggettiva, spostando la sua indagine verso istanze maggiormente oggettive. Non a caso Matisse eseguiva piccoli schizzi dei quadri che voleva dipingere e, su di essi, prima di mettersi al cavalletto, stabiliva per iscritto la scelta e la distribuzione dei colori. Costruiva cioè uno schema compositivo cromatico puramente razionale, scientifico, seguendo ciò che Cezanne aveva a suo tempo colto.
I due creativi hanno continuato tale ricerca, trasformando anche il cromatismo quale discorso mitico o inerente allo stesso. Il mito, perciò, lungi dall’essere una mera invenzione dettata dall’immaginazione, si configurava come “un racconto venuto dalla notte dei tempi che
esisteva già prima che un qualsiasi poeta iniziasse a metterlo in versi”, così come giustamente sostenne lo storico francese Jean-Pierre Vernant.
Altra componente interessante riguardo questa ricerca è il come ai colori si attribuisca anche una valenza termica. Ciò dipende dal fatto, anche questo scientificamente provato, che il verde-blu rallenta la circolazione sanguigna, mentre il rosso-arancio l’attiva. Di certo un argomento complesso, che tramite il Color Expansion System Matteo e Salvatore si trovano a indagare. “Quindi i colori sono i veri abitanti dello spazio. La linea non fa che viaggiarvi attraverso e percorrerlo; essa passa soltanto…” (sempre Yves Klein).
Siamo, perciò, all’inizio di una ulteriore era dell’espressività umana. Come ho detto, in Matteo Bosi il mito, quale patrimonio di idee, tradizioni, istituzioni religiose e sociali, che vanno a determinare la cultura di un popolo nella sua fase iniziale evolutiva, resta come unico punto fisso e narra eventi accaduti, vissuti da personaggi sovrumani, protagonisti di storie che, per i più, come un tempo succedeva, risultano reali, ancorché di una realtà superiore. Un simile contributo di conoscenza e di ispirazione aiuta a conservare il senso di identità proprio di una etnia, attraverso cronache in cui la stessa si riconosce e si identifica.
La mitologia, assieme al mitologema derivato dall’uso del colore, assurge, così, a un ruolo cardine, rappresentando parte integrante della storia di una nazione e di un continente, e nel mito risiede anche la dimensione profetica, solitamente cieca, bendata, rivolta al trarre dalla tenebra futura una possibile luce a cui fare riferimento… verso cui indirizzare la nave.
Così si articola l’arte di Matteo Bosi e l’intervento di Salvatore Lamanna tra l’antico e il tecnologico avanzato, infatti quello che parrebbe irrazionale, riflettendosi in noi, acquista una sua logica, un suo senno, una facoltà intellettiva, in cui il corpo, esteticamente ricercato nella sua funzione e nei suoi decori, risulta metafora di un pensiero oltremodo articolato, minuzioso, profondo, perché simbolicamente liberato dall’oscuro che ci ingenera l’ignoto, e questo con l’aiuto del Color Expansion System e delle sue applicazioni.
Gian Ruggero Manzoni
Matteo Bosi, Salvatore Lamanna and the Color Expansion System
Every person has its own color, a tone whose light filters just barely along the outlines of the body. A kind of halo. Like when we look at the backlit figures. ? (Haruki Murakami)
Being’s dimensions are unlimited, like the Universes apparently are and which, according to the Theory of the Multiverse, pass by our side.
Matteo Bosi’s work is always searching for those constructions, those bridges and those connections between them, more or less mysterious, or imaginary, where we are immersed in or we emerge from. Also, the same contextualization of the characters represented by him, becomes a kaleidoscope of anything that was, it is and it will be our intellectual and experienced luggage, finding, in the demolition of the temporal doors, a spatial unicum with an emotional, sensual, passionate and seductive impact (… where the stasis becomes a component first, with the aim of describing a state of the Harmonic Being).
It is interesting, then, to recover an image of Matteo Bosi, elaborate by Salvatore Lamanna and ? framed ? in Color Expansion System, a kind of technologic enlargement of the chromatic characters used inside of the work. Like that expedient, that it seems to be right out from the famous movie ? Blade Runner ? by Ridley Scott, which made quite an impact on my generation, brings further to life the creations of the artist carrying them, indeed, into additional if not into other dimensions of their representativeness.
Some dissolves or some osmosis with the Nature which emerge, here and there, in Bosi’ scenic elaborations (I might say theatrical), where the knowledge merges with the ecstasy, the construction with the haziness, the real with the plausible, the substance with the flaunted unbelievable, increase more through this technologic expedient, giving always other lives to the work.
As Yves Klein said: ? In my opinion the colors are human beings, such evolved individuals who complement with us and with the entire world. The colors are the real inhabitants of the space. ?
As we well know, for some years now, in the West, we hear about new ? myths ? which, being even more different from the ? legends ? daughters of the tradition, are bearer of today’s society’s own topics and settings, representing typical subjects of contemporary man’s experience (commonly results of the ? chaos ? where the individual of the newborn XXI century is discussing). Thus, I would say that is important to focus on the common needs which move this recent way of mitopoiesi (let’s define it like this), with the exact aim of evaluating the real capacity of this newness’ element compared with what has been; an element that results today which expedient (often postmodern) with the aim of exorcising the gradual loss of identity where we are facing after the contemporary globalization and the derived approval and existential centrifugation which we are facing. Matteo Bosi’s work re-elaborate by Salvatore Lamanna and supported by Color Expansion System, returns in this research, where the narrations presented as ? rumors going around ?, whose epicentres are rarely identifiable, don’t have to be confused with the fairy tales; they are not even shared simple mistakes, but they carry with themselves a real truth, highlighting aspects of a knowledge unlikely detectable through other sources or techno-scientific investigations. In fact, being believed, or considered believable, the legends (the epic tales) influence individuals’ perception and contribute to the complete construction of reality through new symbols or the reinterpretation of those already known to our tradition.
The painters Philipp Otto Runge (a German Romantic) and the Swiss Johannes Itten, who worked at Bauhaus, were already conscious of this in their own way, allocating, in addition to the figure, also to the color a high wisdom’s dimension and, what a
? technical ? discover, undoubtedly ? legendary ? in those days. In fact, conscious that the world was changing, they relied on what was theorized by Goethe first and by Wassily Kandinsky after: ? The color is a means to exercise a direct influence to the Soul. The color is the key. The eye is the hammer. The Soul is a piano with many cords. The artist is the hand which with this or that key take the Soul to the vibration. ?
Then it is undeniable, like the Science already says, that the color interacts with the human emotions; every color in fact is combined to a state of mind and the colors activate each other in many aspects which they alone shouldn't have.
And here ? color’s psychology ? acquires an incomparable value, getting a high level of commitment by the consumer/spectator, giving birth to immersive and multisensory environments so that the artist tends even more to avoid thinking of colors in a personal way, moving his investigation to most objective requests. It is no coincidence that Matisse made little sketches of the paintings he wanted to paint and, on them, before sitting in front of the easel, put into writing the color selection and allocation. He constructed a chromatic composed plan which was purely rational, scientific, following what Cezanne understood in that time.
Both creators followed with the same research, transforming also the chromatism such as a mythic speech or applicable on the same. The myth, therefore, far from being a mere invention articulate by the imagination, was constituted like a ? tale which came from the night of times that existed before any poet began to put it in lines ? , like the French historian Jean-Pierre Vernant properly sustained.
Another interesting point of this research is how we also assign a thermal dimension to the colors. That is because, this is also proved scientifically, the green-blue slows down the flow of the blood, while the red-orange activates it. Certainly it is a complicated argument that Matteo and Salvatore have to investigate through Color Expansion System. ? So the colors are the real inhabitants of the space. ? The line keeps travelling through and scouring it; that passes just…? (always Yves Klein).
We are, so, at the beginning of an additional era of human expressiveness. As I said, in Matteo Bosi’s, the myth, what a wealth of ideas, traditions, religious and social institutions, which determine the culture of a community in its evolutionary initial phase, remains like one stable point and tells events which have occurred, lived by superhuman characters, leading roles of stories which, for the most, like it used to happen, are real, although of a superior reality. A similar essay of knowledge and of inspiration helps to keep ethnicity’s own sense of identity, through reports which recognize and identify it.
The mythology, together with the mythical material as a result of color’s use, comes, then, to a big part, representing an integral part of a nation's and a continent’s history, and in the myth also resides the prophetic dimension, usually blind, bandaged, aimed to pull from the future obscurity a possible light to which they can refer…where we can redirect the ship to.
This is how Matteo Bosi’s art and Salvatore Lamanna’s intervention between the old and the advanced technology are based, in fact what could be irrational, reflecting itself on us, acquires its own logic, its own sense, an intellectual ability, where the body, esthetically researched in its function and in its decorations, is metaphor of an extremely well-structured, meticulous, deep thought, because it is symbolically released from the obscure that the unknown leads us, and all this with the help of Color Expansion System and its applications.
Gian Ruggero Manzoni
Matteo Bosi, Salvatore Lamanna y el Sistema de Color Expansión
“Cada persona tiene un color propio, una tonalidad cuya luz apenas se vislumbra a a lo largo del cuerpo. Una especie de aureola. Como en las figuras vistas a contraluz.” (Haruki Murakami)
Infinitas son las dimensiones del Ser, como infinitos parecen ser los Universos que, según la Teoría del Multiverso, pasan a nuestro lado.
La obra de Matteo Bosi, se ha orientado desde siempre hacia esas construcciones, esos puentes y los vínculos entre los mismos, más o menos enigmáticos o imaginativos, en los cuales nos sumergimos o de los cuales emergemos. Además, el mismo contexto de los personajes representados por él se convierte en un caleidoscopio de todo lo que fue, lo que es y lo que será nuestro bagaje intelectual y de experiencias, encontrando en el abatir de las puertas temporales, un unicum espacial de fuerte impacto emotivo, sensual, pasional, cautivador ( … en el que el éxtasis en un primer momento se vuelve elemento con el fin de describir un estado del Ser Armónico).
Por lo tanto, es interesante reencontrar una imagen de Matteo Bosi, elaborada por Salvatore Lamanna y “enmarcada” en el Sistema de Color Expansión, una especie de dilatación tecnológica de los caracteres cromáticos utilizados en la obra. Dicho expediente, que parece salido de la famosa película “Blade Runner” de Ridley Scott, que tanto ha marcado a mi generación, hace revivir las creaciones del artista, transportándolas en efecto no sólo hacia ulteriores sino también hacia otras dimensiones de su representatividad.
Ciertas disoluciones o ciertas fusiones con la Naturaleza que afloran, aquí y allí, en las elaboraciones escénicas (osaría decir teatrales) de Bosi, donde el conocimiento se funde con el éxtasis, la construcción con la nebulosidad, lo auténtico con lo verosímil, la materia con el ostentado onirismo, se amplian posteriormente a través de este expediente tecnológico, donando otras vidas a la obra.
Como decía Yves Klein: “Para mí los colores son seres vivos, individuos muy evolucionados que se integran con nosotros y con el mundo entero. Los colores son los verdaderos habitantes del espacio.”
Como bien sabemos, de algunos años a esta parte, en Occidente, se habla de nuevos "mitos" que, distinguiéndose cada vez más de las "leyendas", fruto de la tradición, son portadores de temáticas y ambientaciones características de la sociedad de hoy, representando sujetos típicos de la experiencia del hombre contemporáneo (en la mayoría de los casos producto del “caos” en el que se halla inmerso el individuo del nuevo siglo XXI).
Afirmaría pues, cuanto sea relevante poner en evidencia las necesidades colectivas que generan esta reciente forma de mitopoiesi (definámosla así), con el preciso intento de evaluar el verdadero alcance de tal elemento de novedad con respecto a lo que fue; un elemento que actualmente casi resulta un expediente (a menudo postmoderno) con el fin de exorcizar la gradual pérdida de identidad a la que estamos sometidos a causa de la actual globalización y de la derivada homologación y centrifugación existencial en la que estamos viviendo. La obra de Matteo Bosi reelaborada por Salvatore Lamanna y con el aporte del Sistema de Color Expansión, se sitúa en esta corriente. Las narraciones se presentan como "voces que corren", cuyos epicentros raramente resultan identificables, y no se han de confundir con las fábulas, ni tan siquiera considerarlos simples errores compartidos, sino que llevan consigo una verdad propia, revelando aspectos de un conocimiento difícil de descubrir a través de otras fuentes o estudios tecno-científicos.
De hecho, las leyendas (las sagas), siendo creídas o consideradas creíbles, influyen en la percepción de los individuos y contribuyen a una completa construcción de la realidad a través de nuevos símbolo, mediante la reinterpretación de los ya conocidos por nuestra tradición.
Los pintores Philipp Otto Runge (romántico alemán) y el suizo Johannes Itten, que participó en el Bauhaus, a su manera eran ya conscientes de ello y atribuyeron, no sólo a la figura sino también al color una dimensión de elevada sabiduría, cuyo hallazgo fue "tecnicista" y , sin lugar a dudas, "mítico" para aquellos tiempos. En efecto, conscientes de un mundo que estaba cambiando, siguieron los conceptos que antes Goethe y después Wassily Kandinsky habían difundido : “El color es un medio para ejercer una influencia directa sobre el Alma. El color es la tecla. El ojo el macillo. El Alma es un piano con muchas cuerdas. El artista es la mano que con una u otra tecla hace vibrar el Alma."
Es innegable, por tanto, como la Ciencia sostiene que el color interactúa con las emociones humanas; de hecho, a cada color se le asocia un estado de ánimo y los colores se activan entre ellos manifestando muchos matices que por sí mismos no tendrían.
Así, la “psicología del color” adquiere un valor incomparable, alcanzando un alto grado de fascinación por parte del espectador, dando vida a ambientes sumergidos y multisensoriales, de tal manera que el artista tiende cada vez más a dejar de pensar en los colores de manera subjetiva, poniendo a un lado su propia búsqueda de espacios más objetivos. No es casualidad que Matisse realizase pequeños esbozos de los cuadros que quería pintar y, sobre ellos, antes de colocarse ante el caballete, estableciera por escrito la selección y distribución de los colores. Es decir, creaba un esquema compositivo cromático puramente racional y científico, siguiendo lo que en su tiempo Cezanne había elaborado.
Los dos creativos se han basado en dicha búsqueda, transformando el cromatismo en un discurso mítico o inherente al mismo. El mito, por tanto, lejos de ser una mera invención dictada por la imaginación, se configuraba como "un relato extraído de la noche de los tiempos que ya existía antes de que cualquier poeta lo escribiera en verso", como afirma el historiador francés Jean-Pierre Vernant.
Otro elemento interesante referente a este estudio es el modo en que a los colores se les atribuye un valor térmico. Eso depende del hecho, también científicamente probado, de que el verde-azul ralentiza la circulación sanguínea, mientras que el rojo-naranja la activa.
Se trata de un argumento seguramente complejo, y a través del Sistema de Color Expansión Matteo y Salvatore están experimentando. “Los colores son, por lo tanto, los verdaderos habitantes del espacio. La línea no hace más que viajar a su alrededor y recorrerlo; ella sólo pasa..." (siempre Yves Klein).
Nos encontramos, de este modo, ante el comienzo de una nueva era de la expresividad humana. Como he afirmado anteriormente, en Matteo Bosi el mito, como patrimonio de ideas, tradiciones, instituciones religiosas y sociales que determinan la cultura de un pueblo en su fase evolutiva inicial, se mantiene como único punto fijo y narra acontecimientos acaecidos, vividos por personajes sobrehumanos, protagonistas de historias que, para muchos, como sucedía un tiempo, resultan reales, incluso de una realidad superior. Un aporte similar de conocimiento e inspiración ayuda a preservar el sentido de identidad propio de una etnia, a través de crónicas en las que la misma se reconoce e identifica.
La mitología, junto a la mitologema derivada del uso del color, asume, de este modo, una función primordial representando parte integrante de la historia de una nación y de un continente.
En el mito, asimismo, reside la dimensión profética, por lo general ciega, vendada, destinada a extraer de un tenebroso futuro una posible luz que sirva de referencia... hacia la cual dirigir el navío.
Así se configura el arte de Matteo Bosi y la intervención de Salvatore Lamanna, entre lo antiguo y lo tecnológicamente avanzado, de hecho, lo que podría parecer irracional, reflejándose en nosotros, adquiere una lógica propia, un sentido, una facultad intelectual en la cual el cuerpo, en una búsqueda estética de su función y de sus ornamentos, resulta una metáfora de un pensamiento articulado, minucioso y profundo, ya que se ha liberado simbólicamente de la oscuridad que nos provoca lo desconocido y todo ello con la aportación del Sistema de Color Expansión y de sus aplicaciones.
Gian Ruggero Manzoni
Matteo Bosi, Salvatore Lamanna e il Color Expansion System
Matteo Bosi, Salvatore Lamanna e il Color Expansion System